7-Zip…psssshhh…glu glu glu…

Sembra la pubblicità di una nota bibita? Invece no è 7-Zip un programma software per comprimere e decomprimere file.
La maggior parte di voi sicuramente ha installato sul proprio PC WinZip, ma quanti realmente lo hanno acquistato? Con l’introduzione di Windows XP nel 2001 molti tirarono un sospiro di sollievo visto che nel sistema operativo di Redmond era inclusa la funzionalità di decompressione dei file “.zip”, però il problema rimane per qualsiasi altro formato di compressione(RAR,CAB,TAR, etc.). Quindi che fare? Comportarsi da pirati oppure installare un ottimo programma rilasciato sotto licenza GNU LGPL che sostituisca il WinZIP “crackato”? Io ho scelto la seconda opzione.
7-Zip si dimostra un perfetto alter ego in grado di gestire l’archiviazione di file con un alto rapporto di compressione.
Come sopra accennato con questo programma potete:

  • comprimere e decomprimere file nei formati 7z, ZIP, GZIP, BZIP2 e TAR;
  • decomprimere i formati RAR, CAB, ARJ, LZH, CHM, Z, CPIO, RPM, DEB, ISO e NSIS exe

Come anche riportato sul sito ufficiale di 7-Zip , il programma per i formati ZIP e GZIP fornisce un rapporto di compressione migliore del 2-10% rispetto a PKZIP e WINZIP, inoltre si integra benissimo con la shell di Windows, ha al suo interno un potente File Manager,
una versione a linea di comando per usarlo all’interno degli script e “last but not least” esistono 63 localizzazioni del programma incluso l’italiano!

Programmi Open Source: il Libro Bianco

Come spesso mi capita curiosando per il web alla ricerca d’informazioni tecniche, ho scoperto un interessante “Libro bianco” che si propone come una guida alla scelta del software Open Source per le grandi e aziende. Questo catalogo, perché così è poi strutturato, è stato redatto da una società di consulenza informatica americana la Optaros Inc. che fonda gran parte del suo core business sull’offerta anche di soluzioni basate sul software libero o sui suoi derivati. Dando una occhiata al Open Source Catalogue 2007, che è stato publicato a fine 2006, ho avuto subito la sensazione di un lavoro molto accurato di catalogazione basato su criteri obiettivi ed accurati. Sono stati esaminati ben 260 progetti software(sono moltissimi di più quelli in attività per esempio su SourceForge.net) e sono molti quelli che nei vari settori, che vanno dallo sviluppo software alle applicazioni più business oriented, hanno avuto un punteggio molto elevato che li rende di fatto pronti all’uso per le imprese (enterprise-ready) che non vogliono correre rischi di nessun genere o che non hanno tempo per la sperimentazione di prodotti non ancora maturi. Dare una occhiata a questo catalogo, che per ora è purtroppo solo in inglese, può essere utile non solo ai managers in cerca di soluzioni IT all’avanguardia e di costo contenuto, ma anche per il curioso che, prima di andare nel solito negozio di software o peggio ancora dallo spacciatore di software piratato, vuole vedere se esiste un progetto Open Source che possa soddisfare le proprie esigenze e soprattutto quale è lo stato del progetto: enterprise-ready (quindi maturo e pronto all’uso) o sperimentale per il quale si può avere ancora qualche limite o bug da risolvere.
Per tutti gli appassionati e smanettoni quindi consiglio la lettura di questo interessante LIBRO BIANCO per una panoramica molto esaustiva di ciò che può offrire la fucina del software libero per le imprese e più in generale per chiunque abbia esigenze informatiche.

Il vostro PC è pronto per VISTA?

Diversi amici negli ultimi giorni, probabilmente, avendo sentito dell’imminente uscita (30 gennaio 2007) dell’ultimo sistema operativo Microsoft VISTA sul mercato europeo , mi hanno chiesto quali siano i requisiti hardware indispensabili per poter utilizzare il sistema.
Io personalmente non ho ancora avuto modo di provarlo, ma leggendo qua e là posso suggerire quanto segue:
Innanzitutto farei due distinzioni cioè requisiti minimi e requisiti ideali.
Come riportato da diverse fonti ed in primis nelle pagine web di Microsoft VISTA, i requisiti minimi hardware permetteranno di eseguire Vista con le sue funzionalità principali(ad esempio nuova organizzazione e ricerca delle informazioni, protezione e affidabilità, etc.); un pc che risponda a questi requisiti verrà considerato una macchina “Windows Vista Capable PC”.
Ecco allora i requisiti minimi:

  • Un processore moderno (almeno 800 MHz).
  • 512 MB di memoria RAM.
  • Un processore grafico con DirectX 9.
  • Disco rigido da 20 GB.
  • Spazio libero su disco 15 GB.
  • una unità ottica CD-ROM.

Attenzione perché a questo punto è bene capire che con queste specifiche potrete installare il sistema operativo ed i vostri applicativi ma di certo non godrete delle tanto annunciate performance soprattutto grafiche e multimediali.
Per godere appunto delle funzionalità più spinte e accattivanti, la vostra macchina dovrà avere dei requisiti ideali che rispondano invece alle seguenti specifiche hardware denominate “Premium Ready PC”:

  • Processore a 1 GHz e 32 bit (x86) o 64 bit (x64).
  • almeno 1 GB di memoria RAM.
  • Supporto per grafici DirectX 9 con driver WDDM, 128 MB di memoria grafica (minimo), Pixel Shader 2.0 e 32 bit per pixel.
  • 40 GB di capacità su disco rigido con 15 GB di spazio disponibile.
  • Unità DVD-ROM.
  • Funzionalità di uscita audio.
  • Funzionalità di accesso a Internet.

infatti con questa configurazione potrete approfittare delle funzionalità avanzate (es. Aero)previste nelle versioni Premium di Vista che sono l’equivalente più o meno della versione Professional di XP.

Per ulteriori dettagli vi rimando ovviamente alle pagine della Microsoft sopra citate, dove potete trovare anche un Upgrade Advisor da scaricare per controllare se il vostro attuale PC è pronto per questa ultima creatura di Bill & co.

Ad MAiora.

PDF senza Adobe? E’ possibile.

Molti di voi avranno già avuto a che fare con questo tipo di file dall’estensione “.pdf” (Portable Document Format) perché ormai rappresenta quasi uno standard de facto per il salvataggio e la trasmissione di documenti che siano poi leggibili pda chiunque purché in possesso di un lettore PDF, generalmente Adobe Reader. Il vantaggio di questo formato risiede appunto nella portabilità (in termini di spazio occupato sul disco) e nella facilità di lettura su qualunque piattaforma sw (esiste anche il lettore per i palmari più comuni).
Però fin qui la maggior parte di voi si è limitata a scaricare e leggere i file pdf, e solo coloro in possesso del costoso Adobe Acrobat o altri applicativi commerciali, sono in grado di produrre questo tipo di file. Ma quante volte invece avreste voluto inviare via e-mail un bel documento ad un amico o per lavoro e non avete potuto farlo perché di dimensioni troppo grandi? Se aveste potuto trasformarlo in PDF…
Ma ecco, che ancora una volta, la grande fucina del software Open Source ci viene incontro con un prodotto che fa proprio al caso nostro: PDFCreator
PDFCreator è distribuito con un licenza GPL che ne permette la copia e la ridistribuzione (leggi questa pagina per ulteriori chiarimenti sul software libero e licenze GPL), si installa su piattaforma Windows e non esiste per MAC OSX o Linux perché questi due sistemi operativi hanno già le loro utilità per adempiere alla creazione di file pdf.
PDFCreator funziona come un stampante, cioè una volta installato, da tutte le vostre applicazioni (Word, Excel, Internet Explorer, etc. etc) potrete creare i vostri documenti in formato pdf, unicamente selezionando in fase di stampa la stampante virtuale PDFCreator.
Qui di seguito daremo una panoramica dell’installazione ed uso di questo programma:

1) Innanzitutto scarichiamo il file d’installazione collegandoci a questo link http://www.pdfforge.org/products/pdfcreator/download e facendo click sulla versione 0.9.3 GPL.

2) Una volta scaricato il file di installazione facciamo il fatidico “doppio click” ed avviamo l’installazione. Qui appariranno diverse finestre, innanzitutto scegliete la lingua d’installazione,
poi accettate la licenza GPL,
selezionate la Modalità Standard per l’installazione,
definite un nome per la pseudo stampante (potete lasciare il default),
accettate d’installare la ToolBar per Internet Explorer,
e quindi dopo un’ulteriore finestra di configurazione di altri aspetti
il software viene installato. A conferma dell’avvenuta installazione troverete nell’elenco delle stampanti una stampante chiamata PDFCreator.

3) Ora possiamo provare a creare il nostro primo file PDF. Apriamo Word o un word processor qualsiasi e scriviamo qualcosa, magari inserendo della grafica o caratteri sofisticati, quindi mandiamolo in stampa selezionando la stampante PDFCreator,
vedrete aprirsi un’ulteriore finestra che vi consentirà di scegliere dove salvare il file e di inserire informazioni aggiuntive al documento
Il gioco è fatto avete creato un file PDF che potrete spedire via e-mail senza problemi di grandezza e sicuri che praticamente tutti possano leggerlo.

4) Come ulteriore esempio ora aprite Internet Explorer , andate su una delle vostre pagine preferite e stampatela come file pdf semplicemente facendo click sul tasto in alto a dx della toolbar.

Spero che troverete questo articolo interessante e che abbia stimolato la vostra curiosità al punto di provare quanto sopra descritto. Ovviamente l’argomento richiederebbe ancora molte righe ma confido nella vostra voglia di discussione e quindi rimando ulteriori informazioni alla richieste che spero arriveranno attraverso i commenti.
Ad MAiora

Hai mai provato ….Linux?

Chi di voi non ha sentito parlare almeno una volta, negli ultimi anni, del sistema operativo Linux?
Nessuno? non mi meraviglio, io invece ci lavoro da circa 10 anni! E da 20 anni lavoro con sistemi Unix-like(cioè basati su Unix)come è Linux. Quindi, diciamo che sono fuori dalla conta, però sono certo che molti di voi ne hanno sentito parlare e magari si sono anche incuriositi, ma non hanno ancora avuto modo di capire e/o vedere come è fatto questo fenomeno di pinguino.
Non mi metterò qui a raccontare la storia di Linux, di cui trovate ampissima documentazione online, basta digitare “Linux” sul vostro motore di ricerca preferito e appariranno centinaia, anzi migliaia di link utili; quello che mi propongo qui è di dare qualche indicazione ai più curiosi, o forse più pigri, su come iniziare senza grossissimi traumi.
Innanzitutto dovete sapere che esistono diverse versioni del sistema operativo, questo perché essendo un software Open Source, è stato preso e modificato a piacere da molti sviluppatori o community di programmatori. Cosa c’è di diverso fra le varie versioni? Ecco una breve lista di alcune fra le principali differenze(non vi spaventate se non vi sarà tutto immediatamente chiaro) :

  • il tipo di utilizzo (server piuttosto che desktop);
  • il tipo di licenza(versioni completamente Open Source e versioni con inclusi software proprietari di cui non è disponibile il codice);
  • i metodi di mantenimento dei pacchetti software;
  • la grafica o meglio come si presenta graficamente il sistema operativo all’utente(ci sono possibilità incredibili di personalizzazione).

Potrei continuare con la lista, ma questo è un aspetto che con un po’ più di esperienza potrete approfondire voi stessi in seguito se l’argomento vi appassionerà.

Quindi tornando a noi, la prima domanda da porsi è quale versione devo provare e poi dove la trovo?
Il mio primo consiglio è quello di sperimentare una versione live. “Una versione che?? Stop! Ferma!” starete già gridando chiedendovi cosa diamine sia una versione Live: ebbene un versione Live è praticamente una versione di Linux interamente installata e funzionante su un disco Cd-Rom, vale a dire che inserite il supporto nel vostro PC, avviate il computer e nel giro di pochissimi minuti vedrete il desktop di Linux sul vostro monitor, e tutto ciò avverrà senza aver toccato o alterato qualsiasi configurazione di Windows voi abbiate sulla vostra macchina.
La migliore distribuzione live oggi esistente è indubbiamente KNOPPIX che potrete trovare sia sulle riviste del settore, sia scaricabile dalla rete, oppure se avete il solito amico smanettone fatevelo dare da lui e se non ce l’ha …allora non è un vero smanettone!
Knoppix non è solo un cd live dimostrativo delle funzionalità (al 100% presenti) di Linux, ma un vero e proprio “coltellino svizzero” per il PC, infatti con un po’ di esperienza potrete utilizzarlo per riavviare PC capricciosi, per salvare dati che sembravano persi, etc. etc.

Una volta entrati in possesso del CD avviabile di Knoppix, vediamo un pochino più in dettaglio cosa fare:

1) Assicuratevi che il vostro PC abbia i requisiti minimi:

  • Intel-compatible CPU (i486 o succ.),
  • 32 MB di RAM per il text mode, ed almeno 96 MB per l’interfaccia grafica KDE (sono raccomandati almeno 128 MB di RAM per l’uso dei vari prodotti di office automation),
  • unità CD-ROM avviabile, o in alternativa un floppy avviabile ed un drive CD-ROM (IDE/ATAPI o SCSI),
  • scheda grafica standard SVGA-compatible,
  • mouse standard USB, seriale, PS/2 oppure IMPS/2-compatible

2)Per avviare il CD, impostate il BIOS del vostro computer con l’unità CD come prima unità d’avvio, mettete il CD dentro e accendete il computer. Se il vostro computer non supporta questa opzione, magari perché vecchiotto, dovete usare un floppy di boot. Potete creare questo dischetto dal file immagine KNOPPIX/boot.img presente nel CD.

3) Dopo qualche minuto ed una bella serie di messaggi coloratie forse incomprensibili, avrete davanti il desktop grafico di Knoppix che è una versione completa di Linux.
A questo punto non vi resta che giocarci, provando a vedere da menù in basso a sinistra qualche applicazioni che vi incuriosisca e sono sicuro che ne troverete tante!
Ovviamente la velocità di esecuzione delle applicazioni sarà sotto le vostre aspettative, ma questo solo perchè i cd-live sfruttano solo la memoria RAM del vostro pc e quindi se non ne avete molta il comportamento del sistema operativo sarà un po’ penalizzato. Vi assicuro però che se avrete gradito l’anteprima e volete cimentarvi realmente con Linux, una volta installato sul vostro PC vi accorgerete di quanto meglio sfrutti le potenzialità dell’hardware.

Aspetto vostri commenti e spero di avervi incuriosito ulteriormente al punto di provare Linux Knoppix e dire “Hurra!!!”