Ubuntu: come trovare gli UUID dei dischi

Dato che su una macchina Ubuntu avevo necessità di montare alcuni dischi esterni e poichè non ne conoscevo gli UUID, di seguito riporto molto schematicamente alcuni comandi(Fonte:ArsGeek) utilizzati per scoprire gli UUID sotto Ubuntu.
Per approfondire la teoria ed i concetti di UUID vi rimando a pagine più autorevoli che potete facilmente trovare con Google.

Questi ID univoci usati da Ubuntu ed altre distro Debian sono utilizzati per indicare univocamente i vostri dischi, e per avere una idea di cosa stiamo dicendo digitate il comando:

$cat /etc/fstab

Vedrete così uno o più di questi identificatori, uno per la partizione primaria, uno per la swap , ed eventualmente altri se avete ulteriori dischi interni o romovibili. Di seguito un possibile esempio di UUID UUID=1c9e4ae2-0ddc-4e3c-8758-4cdd6c90407a. Ecco quindi in rapida successione alcuni comandi utili da usare da dentro il terminale:Per scoprire a quale partizione appartiene un UUID

$blkid

l’ output assomiglierà a questo

/dev/sda1: UUID=”1c9e4ae2-0ddc-4e3c-8758-4cdd6c90407a” SEC_TYPE=”ext2″ TYPE=”ext3″
/dev/sda5: UUID=”a647ea33-74ee-4123-84bf-7edc32e2e39b” TYPE=”swap”

ed ancora un altro metodo

$ ls -l /dev/disk/by-uuid

che ritornerà una lista tipo

lrwxrwxrwx 1 root root 10 2008-01-02 08:26 1c9e4ae2-0ddc-4e3c-8758-4cdd6c90407a -> ../../sda1
lrwxrwxrwx 1 root root 10 2008-01-02 08:26 a647ea33-74ee-4123-84bf-7edc32e2e39b -> ../../sda5

AD MAiora

Creare icone e favicon con Ubuntu

Volete personalizzare il vostro desktop Linux Ubuntu con delle icone diverse da quelle standard? “Ma esistono già moltissimi temi” direte voi! Si lo so, ma nessuno dispone sulla cartella home dell’icona con il musetto del vostro cucciolo o del vostro avatar grafico, oppure nessun tema vi offre sulla cartella foto proprio la vostra immagine preferita.
Ed allora per realizzare icone personalizzate o favicon per le vostre pagine web, utilizzando la distribuzione Ubuntu seguite questo semplice tutorial:

Prima di tutto scegliete la vostra foto o immagine da trasformare in icona(o favicon), dovrebbe essere un file con un formato jpg, gif o png; per il mio esempio ho ovviamente scelto questa immagineQuindi con Gimp ridimensioniamo l’immagine ad una dimensione adatta per una icona da desktop, diciamo 64×80 pixel(così non è troppo piccola e si può ancora apprezzare); se invece state creando una favicon per una pagina web allora è meglio una dimensione più piccola, tipo 32×32. Per i maniaci del terminale(io) potete anche usare il pacchetto imagemagik per ridimensionare il file:

sudo apt-get install imagemagik
convert lucatortuga.gif -resize 64×80 lucatortuga_icona_64x80.png

Il comando convert fa parte del pacchetto “imagemagik” e come si può vedere prende un file immagine (in questo caso .gif) in ingresso e lo ridimensiona “-resize” alla dimensione desiderata (nel mio caso 64×80)

Ora, sempre dal terminale installiamo dal repository Ubuntu il pacchetto icoutils

sudo apt-get install icoutils

quindi digitate

icotool -c -o lucatortuga.ico lucatortuga_icona_64x80.png

questo comando crea (-c) a partire dal file “lucatortuga_icona_64x80.png” un file di output (-o) con il nome “lucatortuga.ico” che è appunto la nostra icona.

Non resta che associare l’icona appena creata alla cartella che preferite, se per esempio è la vostra home della Scrivania, cliccateci sopra con il tasto destro ed aprite le proprietà, quindi trascinate l’icona creata sull’icona attuale della cartella

Tutto qui. Semplice no?
Se poi volete ripristinare l’icona originale basta riaprire la finestra proprietà della cartella home, cliccare sull’icona in alto a sinistra e nella ulteriore pagina che si apre cliccare il pulsante in basso “ripristina”.

Per utilizzare questa icona nel vostro sito internet, copiate il file “.ico” nella directory principale del sito( o ovunque teniate le immagini) quindi aggiungete una delle due seguenti linee di html al sorgente della home page prima del tag di chiusura </head>:

<link rel="shortcut icon" href="lucatortuga.ico">

oppure in conformità allo standard del W3C Consortium

<link rel="icon" href="http://<percorso>/lucatortuga.ico" />

Ora sbizzarritevi con la vostra fantasia e…

Ad MAiora

Installazione di vmware Workstation 6 su ubuntu 8.04

Di seguito annoto un sommario delle operazioni necessarie per l’installazione di VMware Workstation 6 su Ubuntu 8.04(così come da me fatto):

  1. Disinstallare qualsiasi versione precedente con il comando vmware-uninstall.pl ;
  2. Rimuovere directory .vmware dalla propria home directory;
  3. Installare la versione 6.x.x (ultima versione), io ho usato il file tarball “VMware-workstation-6.0.5-109488.i386.tar.gz”, senza aggiungere ed utilizzare la any-any-patch(vedi con Google) ;
  4. Infine convertire le virtual machine precedenti (versione 4 o 5) alla versione 6 (dal menu principale voce VM). Attenzione, per sicurezza prima di fare la conversione conviene fare un clone della macchina virtuale, e solo dopo aver verificato che la conversione è andata a buon fine cancellare la macchina virtuale vecchia per liberare spazio disco.

Una volta installato il software se in seguito dovete fare degli update della stessa versione si può seguire ancora la procedura sopra descritta.

Ad MAiora

Red Hat Summit 2008: Day 3

L’ultimo giorno si è aperto con una sessione di Questions and Answers dove i vertici dei settori sviluppo di Red Hat hanno risposto alle domande dei partecipanti al Summit, per poi proseguire, nella mattinata, con altre sessioni tecniche.
In concomitanza si è aperto il FUDCON 2008 ovvero il Fedora User and Developer Conference , un occasione unica per i non addetti ai lavori per vedere e partecipare direttamente ad una sessione di lavoro di sviluppatori di software open source in questo caso di Fedora la versione open source di Linux sponsorizzata da Red Hat. Gli incontri si svolgeranno principalmente negli spazi dell’Università di Boston e vedranno una serie di sessioni completamente informali ed aperte a tutti dove ci si scambierà idee e progetti per il futuro di questa distro di Linux.

Per quest’anno l’appuntamento con l’innovazione e l’open source secondo Red Hat si conclude qui.
Spero prossimamente di poter approfondire su questo blog qualche argomento scovato proprio durante le sessione di questa conferenza.

Per i più curiosi, per gli aggiornamenti ed i video vi rimando al link del SUmmit:
http://www.redhat.com/promo/summit/2008/index.html

Ad MAiora

Red Hat Summit 2008: Day 2

L’apertura della seconda giornata del RH Summit è stata affidata a Brian Stevens CTO(Chief Technology Officer) e VP(Vice President) di RH. Il suo intervento può essere riassunto nella frase “Siamo tutti parte di una comunità. La comunità è tutti noi”. Con questo spirito Stevens ha esortato tutti gli sviluppatori presenti a sostenere l’integrazione del modello di “customer driven innovation” dove appunto l’innovazione è guidata dalla reale esigenza degli utenti-clienti.

Un’altra keynote degna di attenzione e molto attesa da tutti i partecipanti è stata quella di Joel Cohen
co-produttore e scrittore dei famosissimi Simpsons. Cohen con esilarante capacità ha raccontato come, per il successo della serie, sia stato necessaria molta collaboratività e condivisione di idee all’interno del team di produzione. Che deve ancora oggi, dopo venti anni di successo,
lavorare come un gruppo affiatato per generare continuamente idee brillanti. Proprio quello a cui è chiamata la comunità Open Source se vuole continuare ad essere questo stupendo fenomeno nel mondo della tecnologia.

Un piccolo accenno va fatto anche alle sessioni giornaliere che hanno avuto la maggiore affluenza. E non è una sorpresa che quelle più seguite siano state quelle legate alle tecnologie di virtualizzazione. Infatti la virtualizzazione è ormai un “must” per tutti i data center dove, con tale approccio si riducono e risolvono molti dei problemi legati alla gestione, alle performance, ed al risparmio energetico. Così ha fatto il pieno di pubblico la sessione dedicata a Cobbler (cobbler.et.redhat.com) uno strumento per la realizzazione e distribuzione di servizi virtuali sponsorizzato da Red Hat che lo integrerà nei suoi sistemi Enterprise.
Altra sessione con grande affluenza di pubblico è stata quella dedicata ad “oVirt” (http://ovirt.org/) che è invece un vero e proprio framework di gestione per ambienti virtualizzati.
Attenzione che, se per ora quanto scrivo può sembrarvi “alieno”, sappiate che queste nuove tecnologie software stanno rivoluzionando il modo dell’informatica e forse già qualcuno di voi usa sul proprio desktop software come VMWARE(http://www.vmware.com/), o Paralles(http://www.parallels.com/ ) per avere a disposizione un altro pc o mac virtuale

Il pomeriggio si è concluso con una bellissima visita offerta da Red Hat al grattacielo più alto di Boston il Prudential Center Building, dalla cui cima si gode di un panorama mozzafiato a 360°.

Per i più curiosi, per gli aggiornamenti ed i video vi rimando al link del SUmmit:
http://www.redhat.com/promo/summit/2008/index.html

E per il secondo giorno è tutto.
Ad MAiora